Articolo di Tito SCHIPA Jr. su

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO del 22.V.1990

"Caro Sindaco, così non si onora l’usignolo d’Italia"

 

Perché non si è riusciti ad aprire il museo dedicato a Tito Schipa? Il sindaco Corvaglia, come è noto, ha imputato la mancata realizzazione del progetto alle pretese del figlio del grande tenore, che in questa nota gli risponde:

Io avrei "vanificato, col mio sorprendente comportamento", gli "sforzi" del Comune di Lecce per creare un museo intitolato a mio Padre. Ebbene, chiunque abbia seguito con un po’ d’attenzione l’intera vicenda, non potrà che sorridere alla parola "sforzi". In sette anni l'Associazione Amici della Lirica Tito Schipa, la realtà leccese che più di tutte si è battuta per ottenere questo museo, non ha avuto che silenzi, rinvii, frustrazioni. Se un consiglio comunale che si è sempre detto unanime in questo progetto non riesce a combinare nulla in sette anni, consiglio una vigorosa cura di vitamine a sostegno di questi "sforzi".

Mia madre ed io avremmo donato i cimeli al Comune. E' vero che ci fu un atto di donazione (tramite la suddetta Associazione Tito Schipa), ma è pur vero che una clausola molto esplicita e sottoscritta da ambo le parti affermava che se fossero trascorsi invano due anni dalla firma dell'atto, tutto sarebbe tornato di proprietà della famiglia, senza condizioni di sorta. Anni ne sono trascorsi sette. Sono stato troppo frettoloso? Del resto si sta avviando una mostra itinerante che dovrebbe mettere sotto gli occhi di tutt' Italia e, spero, d' Europa, questo materiale. Dovevo lasciar passare inutilmente oltre al centenario della nascita (1989) anche il venticinquennale della morte (1990) ?

Ora viene il più grave. Io avrei richiesto di essere nominato direttore del museo e di essere pagato con uno stipendio altissimo! A parte il fatto che il dialogo (l'unico) tra il Sindaco e me avvenuto davanti a testimoni, ebbe il solo scopo di avvertire la Giunta che stavo portando via i cimeli, è davvero sorprendente che il Sindaco voglia far passare per una mia richiesta quella che in realtà fu una proposta fatta a me dall' Associazione Tito Schipa. Mi si offrì di allestire materialmente il museo e di dirigerlo, dietro compenso, una tantum, di dieci milioni. Accettai di buon grado (e perché non avrei dovuto?) e mi permisi di aggiungere la richiesta di un rimborso di un viaggio e di un pernottamento ogni due mesi per compiere aggiornamenti e verifiche! Ecco il "vitalizio" che Tito Schipa Jr. meditava di farsi alle spalle del contribuente leccese.

Aggiungerò che Lei, così dettagliato sulle mie "richieste" economiche che avrebbe dovuto "subire" farebbe bene a documentarsi sullo svariato numero di miliardi che Tito Schipa (e quindi la mia famiglia) ha versato nelle casse dell' amministrazione leccese sotto forma di terreni donati, Licei Musicali costruiti, Teatri d'opera restaurati, cinema finanziati e recite di beneficenza offerte, per non parlare di monumenti al marinaio costruiti a Brindisi ed altre regalie salentine.

Ma io avrei "contrattato" una cosa che il Comune "voleva fare" per onorare mio Padre. Mi permetta allora di dirLe, illustre sig. Sindaco, che dare la precedenza a stadi, squadre di calcio e fontane sarà indubbiamente un ottimo metodo di amministrare una città, ma certo non lo è di rendere omaggio al maggior artista espresso dal Salento in tutti i tempi (e in tutti i luoghi del mondo!).

E poiché conosco l' amore che mio Padre mi portava, essendo un figlio maschio la cosa che più desiderò nella vita, vorrei concludere aggiungendo che non è un buon modo di onorare Tito Schipa tentare di far passare suo figlio per un profittatore agli occhi dei suoi adorati leccesi.

Le faccio mille auguri per il suo museo "alternativo", ma credo che sia un ottimo pretesto per non fare mai più nulla, visto che di cimeli "altri" dai nostri non ne troverà facilmente. Ossequi.

Tito Schipa Jr.

 

* NOTE