Articolo su Quotidiano di Lecce del 18.X.1996, p. 1 e cronaca, p.V

Conoscete Tito Schipa? Ma sì, l’americano

di Maria Teresa GABRIELE

 

All’inseguimento del mito perduto… il mito è quello del tenore di grazia Tito Schipa nato alla fine dell’Ottocento e morto trentun anni fa a New York, vanto della musica cittadina e mondiale: che sia il mito perduto, alcuni ne sono convinti, altri no. Di solito tra questi ultimi sì annoverano gli amministratori che avrebbero dovuto agire e non hanno fatto: anche in questo caso, la risposta è esatta.

Segno tangibile della noncuranza, per non dir peggio, con cui i leccesi trattano il loro illustre concittadino? II fatto che il pianoforte del tenore …... sia abbandonato tra scartoffie e scrivanie in una stanza …. del castello di Carlo V.

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            Si attende il museo, il famoso museo, dedicato all’ “usignolo di Lecce” di cui si favoleggia e che mai giunge alla realizzazione: stessa storia, corsi e ricorsi, anni fa quando il figlio del tenore donò anche i suoi ricordi al Comune per poi riprenderseli, una volta che, molto tempo dopo, si accorse che le parole erano rimaste parole.

            Ma adesso si parla di sede. Non ci credete? Vi aspettate un edificio adiacente al Conservatorio oppure un bel palazzo storico nella città antica? Niente di tutto ciò. Il museo sorgerebbe in via di Pettorano, in un edificio di fronte alla caserma Pico, che comunque dev’essere rimesso a nuovo e che finora dà di sé un’immagine abbastanza squallida. Fitti colloqui con Tito Schipa Junior intercorrono comunque da parte della Provincia e degli amici della lirica.

            Il figlio del tenore sarà a Lecce il 22 novembre per la premiazione del VII concorso per cantanti lirici promosso dall’associazione. L’anno scorso, a trent’anni dalla morte, un’infelice (artisticamente parlando) messa da requiem in ricordo, una tavola rotonda e nulla più.

            Non è finita. Una lapide di bronzo ricorda in via Carlo Russi (vicino al convento delle suore salesiane) la casa natale del tenore. E la sua tomba, di fronte agli Olivetani, nel cimitero cittadino, si vede dalle finestre del dipartimento di Beni musicali. Tutto qui. E pensare che quando all’estero sentono parlare di Lecce, vi associano il nome di Tito Schipa. A Lecce, invece, si può rischiare il contrario: «Tito Schipa? Ma non era americano?».