Lettera su
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO del 5.X.1996
“Lecce
musicata da Tito Schipa”
di Michele
LAGROTTA - Lecce
Sono un
melomane, un patito di musica lirica e se mi si consente anche un intenditore,
cantavo da ragazzo come voce solista al Duomo di Lecce e nel coro dei giovani
anche quando si rappresentavano opere liriche. Ho conosciuto personalmente
Tito Schipa, gli ho parlato più volte ed egli così schietto e sincero
rispondeva a tutte le mie domande con umiltà e con saggezza.
Occorre
subito dire che Lecce gli deve molto, egli si è imposto sui più grandi
palcoscenici di tutto il mondo, perché, oltre a cantare in modo divino,
sapeva recitare: egli per primo introdusse le note sfumate, il falsetto, il
recitar cantando.
Occorre
istituire una fondazione, una casa museo, ed una società corale degna del suo
nome.
Gli
amministratori di questa città non possono rimanere insensibili, devono
organizzare spettacoli nelle piazze della città, negli anfiteatri, nei
chiostri dei palazzi vecchi di memoria storica ed artistica, come ha fatto
l’università di Lecce nel chiostro del convento degli olivetani organizzando
concerti ed opere.
È
necessario richiamare folle di turisti in questa bellissima città con una serie
di concerti lirico-sinfonici affidati all’orchestra della Provincia di Lecce,
che dovrà riproporre agli ascoltatori tutto il repertorio che fu patrimonio
indiscusso ed indimenticabile del grande tenore leccese, come Werther, Elisir
D’Amore, Barbiere di Siviglia, Manon di Masseneth, Pescatori di perle, Lucia,
Mignon, Amico Friz, Rigoletto.
Ma soprattutto occorre fare ascoltare la
voce di Schipa. Questo tenore ahimè durante la sua vita incise pochissimo,
temeva che il pubblico non andasse più in teatro, sicché la sua voce è stata
registrata poco e male.
Ci restano poche romanze e canzoni
napoletane, forse ha registrato per intero, per merito di alcuni amatori, il
Werther e l’Elisir d’amore.
Oggi con le apparecchiature così perfette si
potrebbe riprodurre tutto, addirittura eliminando quanto di più fastidioso le
vecchie incisioni mandavano in audio quali il fruscio.
Allora svegliamoci tutti, vogliamo richiamare
l’attenzione dei turisti?
Facciamolo non solo per il barocco, per le
chiese e per i monumenti di questa nostra città d’arte, facciamolo in nome di
Tito Schipa. Facciamo installare nelle viuzze del centro storico piccoli
altoparlanti da dove si possano udire le celebri romanze del grande tenore.
[Risposta
del Direttore] Ci sembrano
piccole grandi idee. Soprattutto quella degli altoparlanti nel centro storico.
Altre città europee fanno qualcosa di simile, anche se non hanno Tito Schipa.
Noi. meridionali dovremmo deciderci a valorizzare ciò che di meglio abbiamo,
senza avere rancori provinciali o pigrizie paralizzanti. Forza, ci vuole poco.
Siamo certi che l’amministrazione comunale qualcosa farà.