Articolo su Quotidiano di Lecce del 17-18.VIII.1997, cronaca, p.V

Museo Schipa, si stringono i tempi

·        Al Paisiello il pianoforte restaurato del grande cantante e domani un vertice sulla nuova istituzione.

·        Appuntamento domani per il sindaco, l’assessore alla Cultura e il figlio del grande cantante leccese per decidere dove sistemarne i cimeli, dai costumi di scena alle lettere ai dischi. Invitto propone come sede l’ex Conservatorio.

 

di Maria Teresa GABRIELE

 

Si torna all’opera per il mu­seo interamente dedicato a Tito Schipa, l’artista leccese più fa­moso nel mondo, l’ “usignuolo di Dio” che nacque nel cuore della Lecce storica e poi calcò i più importanti palcoscenici internazionali grazie alla sua voce eccezionale, morendo a New York nel 1965. Sono anni che si parla di questo museo, ma i cimeli sono in buone mani: non che siano dispersi, infatti li ha tutti il figlio, Tito Jr., che tra l’altro è a Lecce in questi giorni. Ma il pianoforte, per esempio, ora completamente restaurato, era stato dapprima acquistato da una banca che poi l’aveva donato al Comune; tutti gli abi­ti di scena, le registrazioni, i di­schi più importanti con l’eti­chetta delle mitiche case degli anni Trenta e Quaranta (dalla Decca all’Emi), donati dal cantante al Comune di Lecce, erano stati tenuti in una casa privata in attesa appunto della realizzazione del museo e poi se li era ripresi il figlio, in attesa di una degna sistemazione.

Che sia giunta l’ora buona? Pare proprio di sì. Intanto oggi, alle 18.30, il pianoforte, che del resto il Comune aveva già in una sala del Castello, sarà restituito (e, funzionante, sarà collocato nel foyer del Paisiello) dal restauratore Racanelli appunto al sindaco Salvemini, nel corso di una cerimonia al teatro Paisiello in via Palmieri a cui parteciperanno anche il vicesindaco (nonché assessore alla Cultura) Giovanni Invitto e Tito Schipa Jr. che stasera sarà in piazza Sant’Oronzo con il suo spettacolo “Tradurrok”.

Poi domani, sempre al Pai­siello, alle 10.30, si parlerà del museo. «Si, sono curioso di conoscere le proposte del Comune, al momento non ne so nulla nemmeno io», ha detto Tito Schipa figlio ieri, prima di anda­re a San Cataldo per il musical.

«Si tratta ormai della torna­ta finale», conferma comunque Giovanni Invitto, «e le opzioni per il museo sono diverse. Resta valida la prima, ovvero la sala del Centro sociale Scipione Ammirato ma ce ne sono altre più consone. Concorderemo con la Provincia e con l’erede ma mi pare che utilizzare delle sale dell’ex liceo musicale di viale degli Studenti (intitolato come il nuovo che si trova in via Ciardo a Tito Schipa, ndr.) sia la cosa migliore. Infatti quell’edificio risale agli anni Trenta, sorge su un suolo del Comune, appartiene alla Provincia e fu edificato con il contributo sostanziale del tenore: adesso vi tiene le prove l’orchestra provinciale. Poi pensiamo a un museo attivo: secondo i principi moderni dell’istituzione museale, il visitatore sarà coinvolto nell’atmosfera dell’epoca, con suggestioni sonore e visive e anche uno spazio marketing, che permetta di sovvenzionare di volta in volta mostre, concorsi e quant’altro si vorrà organizzare. Insomma, il museo non va inteso in senso statico ma dinamico, in modo da fare della storia una documentazione attuale».