LA STAMPA SU "ORFEO 9"

IL MESSAGGERO
Una regìa magistrale, un magnifico montaggio, una splendida fotografia e direzione orchestrale.

PAESE SERA
Uno strano, straordinario connubio di amore e odio, disprezzo e partecipazione.

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
"Orfeo 9" ha passato il diaframma: i giovani ne sono entusiasti.

MOMENTO SERA
C'è più buona musica in questo spettacolo che in diversi festival di Sanremo messi assieme!

ARENAMUSICA24.NET
Si tratta della più bella (se non l'unica) opera rock mai realizzata in Italia. Nato come spettacolo teatrale nel 1970, Orfeo 9 è diventato un disco nel '72, regolarmente ristampato nei decenni successivi fino ad oggi. Questa trasposizione del mito di Orfeo in chiave pop e vagamente hippy offre alcune pagine di struggente bellezza che il tempo non è riuscito minimamente ad offuscare. Forse alcuni suoni, alcuni climi risultano (inevitabilmente) datati, ma il valore di un'opera che andrebbe sicuramente rivalutata e riconosciuta come un piccolo capolavoro, perdura intatto.Tra gli interpreti due giovanissimi e all'epoca sconosciuti Renato Zero e Loredana Bertè.

EFFETTONOTTE ON LINE
Orfeo 9, girato nei primi anni Settanta con bassissimo budget, porta in sé la genuinità di un lavoro che precorre i tempi. Tito Schipa jr. (all'epoca poco più di ventenne) si mette in gioco con uno sguardo, una passione, un'inventiva del tutto particolare: il suo film da questo punto di vista non ha nulla da invidiare a opere americane ben più note (vedi Jesus Christ Superstar) o alle esperienze kitsch inglesi (Tommy). Anzi, un certo utilizzo diretto della macchina da presa su scenografie finto-teatrali risulta esser estremamente affascinante e originale.
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Se oggi la televisione propina fenomeni come Saranno famosi e Operazione trionfo, un tempo qualcuno riusciva a concepire progetti come Orfeo 9, opera interamente originale di una giovane avanguardia, musicalmente ricca e interessantissima, visivamente non impeccabile ma in ogni caso coraggiosa.
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"Il mio strumento musicale preferito era sempre stato, e resta ancor oggi, la macchina da presa" sostiene Tito Schipa Jr. artista ibrido e libero del panorama musicale italiano (sue le traduzioni in italiano di Dylan). E con il cinema l'autore sembra effettivamente divertirsi, attraverso scelte registiche efficaci: montaggio serrato con una costruzione narrativa che non disdegna i salti temporali (flashback, flashforward), scenografie simbolico-oniriche, primi piani intensi sugli attori che cantano in playback "credibili" (lo stesso Tito Schipa jr. è presente nel ruolo di protagonista).
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Orfeo 9 non è un semplice documento di una generazione (quella beat italiana del post 68) perché in modo complesso propone un'estetica e una ricerca espressiva ben precisa. L'impianto teatrale dell'incipit (scenografie e luci palesemente costruite e evidenziate) si scontra in modo tutt'altro che banale con la parte centrale girata "on the road" nella periferia romana, che culmina con la splendida immagine della strada dipinta (creata ad hoc dall'Anas: "il bizzarro patchwork di strisce bianche che chiude la canzone non è un nostra invenzione: trovammo la strada così e francamente ci sembrò un suggerimento soprannaturale").
Senza soluzione di continuità si passa da un espressionismo divertito ad un realismo quasi documentaristico in cui i personaggi fiabeschi vengono inseriti nel contesto delle grandi opere autostradali dell'industrializzazione. Un gap che fa scattare qualcosa di affascinante e poetico considerando la vena rock del film con musiche che mescolano l'elettronico sperimentale a ballate classiche, in un mélange alquanto strano fra musica leggera italiana e avanguardia.
Il film pone in modo naturale delle fondamentali questioni sul rapporto musica e immagine. Orfeo 9 non è il musical classico, con il corpo di ballo che fa da sfondo ai protagonisti, né può essere facilmente avvicinato alle esperienze dei rock-movies realizzati nel cuore degli anni Settanta, girati con piena consapevolezza (attoriale e autoriale). E' un laboratorio visivo fatto con passione e genuinità, una sorta di accademia creativa, musicale e cinematografica, che si mette in gioco davanti al suo pubblico
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Un film e un'esperienza da recuperare